Gia’ a Giugno avevo parlato, in un comunicato stampa, di un PDL , quello lucano, indifferente alle istanze della base, lontano dalla comunita’, di un PDL indisponibile al confronto e ad un’interazione costruttiva con le nuove leve, che anzi sono state brutalmente escluse (un esempio per tutti il giovane Santoriello) dal dibattito politico. Avevo parlato di dinosauri fautori di medieval-politica che ancora scorrazzano per la Basilicata , affamati solo di consenso personale, esperti manipolatori del prossimo con in mano la carota della falsa promessa, nell’altra il bastone dell’autoreferenzialita’, abili controllori di quello che credono ancora un popolo-bue.
A ben veduta ragione il noto scrittore Di Consoli ha affermato: “Ecco infatti cosa mi sembra davvero offensivo delle facce di Viceconte, Taddei e Latronico. Non solo che siano eterni “onorevoli” senza crucci e senza tormenti, mestieranti della politica, baroni feudali. No, quello che mi offende più di tutto è il ghigno che hanno sul volto e che significa: smettetela di perdere tempo, la politica è potere, decidiamo noi, la politica è solo poltrone e soldi, accordo con tutti, anche con i presunti avversari.”
Come non condividere tale pensiero quando oggi, in prossimita’ delle parlamentarie, vediamo in feroce lotta per la sopravvivenza i suddetti intoccabili del sistema politico del centro-destra lucano attuale, non dissimile dal sistema politico feudale monocratico democristiano che negli anni 60 e 70 ha creato la Basilicata di oggi: terra di poverta’, di spopolamento, terra da sfruttare, da trivellare, terra in cui eventualmente fare stoccaggio di rifiuti radioattivi, al contempo miniera d’oro (nero) e discarica .
La Val d’Agri di oggi come la Val Basento di allora.
Da tanti lustri imperversano sui palchi elettorali di Basilicata, ma cosa ha avuto la Basilicata da loro? Occupazione? Sviluppo? Dotazioni infrastrutturali? La defiscalizzazione dei carburanti per tutti i residenti? No. Ha avuto il Bonus idrocarburi, piccolo gadget di propaganda da vendersi ora , ecco la carota, come fumo negli occhi all’elettorato disattento o asservito al modus operandi clientelare.
Ora, senza condividere con la base un progetto strategico partecipato, umiliando un’importante quota di partito vicina ai “falchi” Rosa e Venezia, in un’assemblea sommaria da nomenklatura d’altri tempi hanno deciso: ci candidiamo ancora noi, solo noi, sempre noi, siamo noi stessi il progetto per la Basilicata.
Nella risposta a Di Consoli, il sen. Latronico afferma che scelse, nel’ 94 di “stare con lo schieramento di centro destra per rappresentare una possibile alternativa al sistema di potere “ , ma dal ’94, voglio far notare, sono passati quasi venti anni e non ha costruito alternativa alcuna, a meno che per alternativa si voglia intendere un partito amorfo , inciuciato con la sinistra, spaccato e con le ossa rotte. Sotto la sua guida il centro-destra materano ha registrato una clamorosa ecatombe di consensi e gradimento: testimonianza ne sono i disastri elettorali del PDL a Matera, Pisticci, Scanzano , per citarne alcuni. A Nova Siri ha tenuto a battesimo e continua a sostenere la peggiore amministrazione che si ricordi a memoria d’uomo (non vengono pagati nemmeno i dipendenti comunali). A Policoro, l’ottimo stratega Leone e’ diventato Sindaco tenendo ben lontani dai suoi palchi, nella fase di ballottaggio, le bandiere e i rappresentanti apicali di un PDL che, in modo evidente, Viceconte & Co hanno trasformato in un “brand” che e’ garanzia di sconfitta. Servono forse altri venti o altri cinquant’anni al sen.Latronico per “costruire l’alternativa”?
Ha elencato, inoltre, presunti risultati dell’attività parlamentare del trio “alfa-dominante” , ma non sono risultati tangibili, il benessere dei Lucani non si e’ accresciuto. Non e’ piu’ tempo di affabulazioni. In giro, di centro-destra o centro-sinistra che siano, circolano troppi virtuosi dell’illusionismo e della falsa promessa, troppi Pinocchio, troppi Mangiafuoco, troppi Omini di burro, ma La Basilicata non e’ il paese dei balocchi e non vive una favola ma il dramma di una vertiginosa involuzione economico-sociale.
E’ ora di voltare pagina.
Rimane ormai pochissimo tempo : se i domini del PDL non riprendono immediatamente il dialogo con Rosa e Venezia, il Rubicone sara’ attraversato, il dado sara’tratto, il responso sara’ quello impietoso delle urne: il popolo lucano questa volta sapra’ risvegliarsi attivo e poderoso nella sua autodeterminazione e nell’affermazione di diritti che vanno affermati e pretesi, non più elemosinati agli illusionisti della politica, con il voto a favore di gente nuova e capace che possa veramente rappresentarlo.
Giuseppe D’Armento - Consigliere comunale Nova Siri
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