Il
14 Marzo 2013 e’ per Fratelli d’Italia un albo lapillo signanda dies. Il
neonato partito , vigoroso nella purezza della sua genesi, ha connotato il suo
volto con tratti stentorei : un partito autentico nel radicarsi nel sentimento
popolare, nelle prerogative della base , visceralmente legato ai territori e
alle capillari istanze dei cittadini che li popolano,. Si, i cittadini, non gli
elettori, perche’ Fratelli d’Italia non guarda al voto ma alla funzione sociale
e alle aspettative dell’individuo che e’ dietro il voto. Alla costituzione di
FDI è sotteso lo slancio ideale per il recupero del sano patrimonio valoriale
della destra sociale, pericolosamente a repentaglio proprio quando invece
e’ unico poderoso scoglio di catarsi e
riscatto della Nazione nella cachessia eutanasica del sistema partitico in toto.
E’
l’epoca di indire un nuovo Umanesimo che porti l’Uomo al centro della
teleologia di ogni agone politico, l’Uomo come fine e non più come strumento
per soddisfare velleità personalistiche di singoli, pressioni di logge e
interessi di comitati d’affari : questo l’imperdonabile errore dei manovrieri
dei partiti ”maggiori”, che negli ultimi
20 anni hanno massacrato e violentato la vita politica del nostro Paese. Il
bipolarismo, in cui pur fortemente crediamo, giammai deflagrerà, in virtù della
nostra azione limpida e autonoma, nel servilismo consociativo di chi vuole
stare solo a galla accampando diritti di minoranza, perché la schiena dritta e lo sguardo proiettato
all’orizzonte sono geni dominanti del
nostro DNA storico , perché il 2% non è un traguardo ma solo una linea di
partenza .
Crescere.
E cresceremo perché abbiamo i muscoli
forgiati dalla convinta e coerente militanza del passato, abbiamo l’entusiasmo
propositivo del presente, abbiamo idee lucide e coraggiose per il futuro.
Cresceremo perché ci rinnoviamo , pur nel segno della tradizione e nel rispetto
del patto tra generazioni, affidandoci non a mercenari ma a condottieri che nel
loro essere leader, la loro storia personale lo documenta, sono stati sempre
guide, mai padroni. Ora, come disse Veneziani nel suo “Ritorno ad Itaca”, è
arrivato il tempo del sacrificio, di dare qualcosa di personale e prezioso per
costruire un’alterità ancora più preziosa perche’ affrancata da qualsivoglia
peccato originale e univoca nel rilanciare l’idea di una nuovo movimentismo
popolare che faccia dell’ostacolo
capacita’ di salto e che porti la politica dalla piazza al palazzo restituendo
ad essa stessa la legittima dimensione di espressione della volontà popolare nel
pieno senso pericleo di democrazia partecipativa.
Democrazia
partecipativa non e’ sinonimo, attenzione, di “Primarie” , semmai l’esatto
contrario; dobbiamo smettere di pensare di poter scimmiottare l’anelito
democratico delle primarie statunitensi: la tessitura socio-politica
dell’Italia ha un costrutto molto piu’ fitto, intricato, talora nebuloso,
comunque diverso, che configura l’articolazione di primarie in qualcosa che è
tutt’altro che democrazia. Il buon senso, innanzitutto, dice che
l’assemblearismo disordinato e destrutturato non e’ democrazia, ma negazione
della democrazia stessa, piuttosto anarchia. E nell’anarchia prevale la
tirannide e i poteri loschi ad essa sottesi. Proprio cio’ che nessuno di noi
Fratelli potrebbe mai desiderare. Le primarie italiane sono solamente una
becera quanto maldestra operazione di
verniciatura di facciata, adottata da un unico soggetto, il PD, che e’ sempre
piu’ lontano nell’ontologia da un partito e sempre piu’ simile, invece, ad un grumo amorfo di potere, ad un mostro
leviathano in cui si coagulano malamente
linee ideologiche tra loro stridenti eppure unite nello sforzo di consolidare
un potere politico che non e’ voluntas populi.
Si e’ visto, infatti, a cosa
hanno portato le le recenti primarie del PD : alla perpetrazione e
perpetuazione del logoro e del consunto con l’affermazione di un Bersani e non
gia’ di un Renzi trasformando, de facto, un nitido match-point nel piu’
clamoroso degli autogol. Le primarie dello Stivale sono un meccanismo
facilmente inquinabile, manovrabile e corruttibile : sono state adottate da un
partito che non ha mai avuto una genesi ma una patogenesi , macroembrione malato originatosi dalla commistione forzata
di cromosomi inavvicinabili. I fondatori di Fratelli d’Italia hanno un pedigree
di inconfutabile purezza e coerenza ed e’
la loro storia stessa che sarà garanzia e tutela dell’anima democratica ad un
partito che apre porte e finestre a uomini e donne di buona volontà, senza la
necessita’ di adire l’ ausilio di pericolosi itinerari procedurali
antidemocratici come le primarie: i nostri leader, l’ho detto gia’, sono guide
illuminate e non padri- padroni. Nè noi militanti siamo novelli verghiani
“Rossi Malpelo”.
Si al rinnovamento e alla democrazia plebiscitaria. No ai
salti nel buio e alle storture che rischiano di ferire e azzoppare questo
nostro partito ancora in fasce, questo nostro sodalizio appena sorto che, come
un meraviglioso bimbo, dobbiamo fare adulto con amore e accudimento. Il papa’ e
la mamma già li ha. E vanno benissimo. Invito alcuni amici alla riflessione e
allo scandaglio interiore: i nostri
leader hanno indicato la luna: loro hanno guardato il dito, non la luna. Ben
venga il confronto anche duro , ma sempre nell’alveo della civiltà, perche’, se
animato da buoni intenti e ammantato di pluralismo democratico, ogni difficolta’
che ne potrà originare sarà per certo una positiva “febbre di crescita” e
non febbre prodroma di marasma. Per crescere. Uniti e a
testa .
Giuseppe D'Armento (FDI)
Nessun commento:
Posta un commento
Le vostre opinioni