
In Basilicata, orfano di padre da tanto tempo, il partito vive un momento di drammatica crisi che si manifesta con i tanti focolai di malcontento in varie zone della regione e dall’evidente nervosismo che cresce tra gli iscritti e simpatizzanti, da troppo tempo in attesa di una traccia, di un segnale, di uno straccio di proposta politica che tarda ad arrivare.
Comprendo i tentativi di Mariano Pici e Cosimo Latronico di gettare acqua sul fuoco ma o si decide di spegnerlo nella maniera più drastica possibile o quello che cova sotto la cenere darà luogo ad una autentica esplosione che farà implodere quello che resta del partito.
Cosa voglio dire. È fondamentale, urgente che il Partito affronti, di petto, le diatribe presenti sul territorio e cerchi di risolvere tutti i problemi interni prima di ripartire con una proposta politica chiara, definita, forte ed autorevole.
Va, a mio avviso, definitivamente superata la divisione interna fra ex An ed ex Forzisti che ancora persiste ed è devastante per la vita stessa del partito. Va ricercato un punto di incontro fra le varie anime, chiarite alcune questioni fondamentali quali il tipo di opposizione al centro sinistra, superati i vecchi schemi, abolita la logica che permette di imporre l’amico nei ruoli di dirigenza anche in assenza di consenso elettorale, va data priorità alla meritocrazia. Pochi ma improrogabili punti che dovevano essere appianati e chiariti in concomitanza dei congressi.
Quello che sta accadendo tra Nova Siri e Scanzano è emblematico di un malessere che non deve essere, almeno al nostro interno, sottaciuto. Conosco molto bene D’Armento e ne riconosco il valore, il peso elettorale, l’entusiasmo, la voglia di fare per il bene della sua comunità, conosco altrettanto bene Ripoli che, rispetto a Giuseppe, ha una responsabilità in più, quella di essere componente il,direttivo provinciale, ruolo che, a mio avviso, in particolari occasioni impone la consegna del silenzio, per il bene del Partito.
Sappiamo tutti che un partito è un insieme di persone, di teste, di esperienze tutte diverse ma unite dal comune riconoscimento in valori fondanti, ed è su quei valori che va cercata la sintesi e la soluzione dei problemi. D’Armento è un mio amico e ne sono orgoglioso ma non fa parte di alcun esecutivo.
Caro Cosimo, in qualità di tuo vicario, dalle pagine del sito ufficiale del partito mi permetto di dirti: è ora di mettere tutto in chiaro.