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domenica 7 aprile 2013

ORA SI ACCORGONO DELLA MELONI...?


 
 
 
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Già il 28 febbraio avevo scritto nella mia analisi del voto: “È arrivata l’ora dell’umiltà, imposta dalla storia e dalle scelte degli ultimi decenni, al cospetto del malcontento popolare che ha fatto sua questa tornata elettorale. I partiti maggiori, il PD e il PDL, avrebbero potuto salvarsi dallo Tsunami Grillo anche in zona Cesarini: se avessero rispettivamente espresso Renzi e Meloni come candidati premier, forse gli italiani avrebbero apprezzato questo forte segnale di rinnovamento e avrebbero dato meno impulso al ciclone 5 Stelle;cosi non e’ stato, purtroppo, e si è scelto di voler perpetrare e perpetuare “il vecchio e il consunto”; le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti e a danno del popolo intero: affermazione della rabbia popolare, paralisi amministrativa, ingovernabiltà e perdita di credibilità internazionale…“.

Non sono un politico di professione ma un cittadino animato da passione politica: ma è possibile, mi chiedo, che statisti esperti e navigati giungano con tanto ritardo a risoluzioni che sarebbero nitidamente delineabili attraverso un minimo di buon senso e un pizzico di realismo? Tutti i grandi demiurghi del potere degli ultimi vent’anni hanno fatto del paese un “palazzo in fiamme”  e il popolo ha scelto di saltare nel vuoto, il “vuoto” di Grillo, nell’improvvida speranza di un’improbabile salvezza piuttosto che affidarsi ancora al “vecchio” e morire tra le vampe. Lo stallo politico è una cancrena che quotidianamente dilania la Nazione in modo evidente già da fine febbraio, non serviva certo che Renzi lo annunciasse ai microfoni di mass media da terzo mondo che hanno subito amplificato tale raggiante illuminazione da profeti dell’ovvietà. Intuito da tapiro.

L’Italia è al tappeto, agitata, non risollevata, da troppe voci distoniche e confuse di politici inetti lontani anni luce dal profilo di uno statista credibile.

All’Italia non servono gli inciuci improbabili cercati da un Bersani il quale, piuttosto che dimettersi dopo il responso delle urne, ha preferito annichilire del tutto il profilo politico proprio e del suo partito vestendosi  da elemosinante in cerca di di forzate alleanze, non coalescenti su una base programmatica comune, atte solo a raggiungere una malsana maggioranza numerica in parlamento. Non serve la nauseante perpetuazione della dissacrazione portata avanti da Grillo: in un delirio di autoreferenzialità e degenerazione giacobina, il comico dimostra di non avere per niente a cuore il bene della Repubblica; il suo unico intento è destabilizzare del tutto il sistema per configurare l’abominevole sogno del proprio  assolutismo governativo; altro che emanazione delle istanze del popolo: poco gli interessa di un’Italia senza governo che va a picco: lui in questi giorni pensa alla gestione apartitica della Rai. Tantomeno servono ridicole nemesi di retaggio tribale, lontanissime dalla cultura italica, come la deplorevole trovata dei dieci saggi, pericoloso potenziale preludio di un altro funereo governo tecnico di pseudoilluminati.

 E’ l’ora delle scelte: o  ci si affida a gente seria o si muore. Serve lucido coraggio, serve coerenza, serve colta creatività, serve carisma, serve amore per l’Italia. Serve Giorgia Meloni, ora se ne sono accorti tutti.
 

 

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